L’articolo è tratto dalla rubrica lunedì: “Suggerimenti di Cecilia per la settimana”, dedicata a buone pratiche per stare bene.
In questo articolo vi parlo delle credenze, che non sono mobili, ma è ciò che noi crediamo.
Abbiamo un sistema di credenze che limita fortemente la nostra vita.
Un certo tipo di formazione suddivide le credenze in potenzianti e credenze depotenzianti, cioè credenze che ci danno forza e credenze che ce la tolgono.
Per carità, non si può dire che avere una credenza potenziante non sia meglio che averne una che ci toglie energia.
Detto questo, quando rimaniamo ancorati a un concetto, ad una credenza, dobbiamo essere coscienti che stiamo rimanendo fortemente collegati al mondo della personalità, al mondo della mappa mentale, al mondo in cui queste credenze si formano.
E normalmente ciò che crediamo non corrisponde mai a ciò che è.
Certo, per la nostra evoluzione c’è un momento in cui è necessario credere, ma poi per proseguire l’evoluzione appunto, dobbiamo passare a un sistema differente, dobbiamo iniziare a sentire e poi a fare anima con tutto ciò che è.
Ecco, questo è il suggerimento che mi sento di darti: non dare potere a ciò che credi, non generare attaccamento a ciò che credi, ma comincia a percepire e a sentire dentro di te le forze che si muovono.
Una di queste forze che è la più importante è la fede.
Affronto tutto questo nel primo livello e soprattutto nel secondo, nel quale c’è proprio un modulo intitolato “Credere, sentire e fare anima” nel quale lavoriamo proprio percependo queste differenze.
Ecco, io ti aspetto in questo luogo magico trasformativo, in cui la comunicazione diviene il mezzo di liberazione.
E ricorda rompi gli accordi ed entra nella fede.